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Giobbe giustifica i suoi lamenti, brama la morte, accusa i suoi amici d'incostanza, d'ingiustizia e di durezza di cuore; e, ricordando la brevità della vita, domanda a Dio sollievo e perdono
1 E GIOBBE rispose e disse:
2 Fosse pur lo sdegno mio ben pesato,
E fosse parimente la mia calamità levata in una bilancia!
3 Perciocchè ora sarebbe trovata più pesante che la rena del mare;
E però le mie parole vanno all'estremo.
4 Perchè le saette dell'Onnipotente sono dentro di me,
E lo spirito mio ne beve il veleno;
Gli spaventi di Dio sono ordinati in battaglia contro a me.
5 L'asino salvatico raglia egli presso all'erba?
Il bue mugghia egli presso alla sua pastura?
6 Una cosa insipida si mangia ella senza sale?
Evvi sapore nella chiara ch'è intorno al torlo dell'uovo?
7 Le cose che l'anima mia avrebbe ricusate pur di toccare
Sono ora i miei dolorosi cibi.
8 Oh! venisse pur quel ch'io chieggio,
E concedessemi Iddio quel ch'io aspetto!
9 E piacesse a Dio di tritarmi,
Di sciorre la sua mano, e di disfarmil disfarmi Num. 11.15. 1 Re. 19.4.!
10 Questa sarebbe pure ancora la mia consolazione,
Benchè io arda di dolore, e ch'egli non mi risparmi,
Che io non ho nascoste le parole del Santom Santo Sal. 119.50. Fat. 20.20..
11 Quale è la mia forza, per isperare?
E quale è il termine che mi è posto,
per prolungar l'aspettazione dell'anima mia?
12 La mia forza è ella come la forza delle pietre?
La mia carne è ella di rame?
13 Non è egli così che io non ho più alcun ristoro in me?
E che ogni modo di sussistere è cacciato lontan da me?
14 Benignità dovrebbe essere usata dall'amico
inverso colui ch'è tutto strutton strutto Prov. 17.17.;
Ma esso ha abbandonato il timor dell'Onnipotente,
Come rapidi torrenti che trapassano via;
16 I quali sono scuri per lo ghiaccio;
E sopra cui la neve si ammonzicchia;
17 Ma poi, al tempo che corrono, vengono meno,
Quando sentono il caldo, spariscono dal luogo loro.
18 I sentieri del corso loro si contorcono,
Essi si riducono a nulla, e si perdono.
19 Le schiere de' viandanti di Tema li riguardavano,
Le carovane di Seba ne aveano presa speranza;
20 Ma si vergognano di esservisi fidati;
Essendo giunti fin là, sono confusi.
21 Perciocchè ora voi siete venuti a niente;
Avete veduta la ruina, ed avete avuta paura.
22 Vi ho io detto: Datemi,
E fate presenti delle vostre facoltà per me?
23 E liberatemi di man del nemico,
E riscuotetemi di man de' violenti?
24 Insegnatemi, ed io mi tacerò;
E ammaestratemi, se pure ho errato in qualche cosa.
25 Quanto son potenti le parole di dirittura!
E che potrà in esse riprendere alcun di voi?
26 Stimate voi che parlare sia convincere?
E che i ragionamenti di un uomo che ha perduta
ogni speranza non sieno altro che vento?
27 E pure ancora voi vi gittate addosso all'orfano,
E cercate di far traboccare il vostro amico.
28 Ora dunque piacciavi riguardare a me,
E se io mento in vostra presenza.
29 Deh! ravvedetevi; che non siavi iniquità;
Da capo, il dico, ravvedetevi, io son giusto in questo affare.
30 Evvi egli iniquità nella mia lingua?
Il mio palato non sa egli discerner le cose perverse?